lunedì 30 ottobre 2017

Hate speech e antiziganismo. Una riflessione sulle discriminazioni nell'era dei social


Esiste una relazione tra post-verità, populismo e discorso d’odio nei confronti delle minoranze? Quale è il reale impatto del cosiddetto hate speech sulla percezione pubblica del fenomeno migratorio o della presenza di comunità come quella romanì?

All’interno di ogni società esistono immagini oggettive e percepite. Quando si tratta di immigrati e gruppi minoritari, ci si ferma soprattutto alla percezione. L’immaginario suscita fantasmi e pregiudizi, inquietudini e paure: una perfetta miscela per chi di tale sensazione si serve per i propri progetti politici.

Un sondaggio di Ipsos-Mori condotto in 14 paesi e intitolato The Ignorance Index ha rivelato quanto, su diversi temi, i numeri veri siano quasi sempre lontanissimi dalla percezione. Lo scollamento più vistoso riguarda il numero degli immigrati: sono il 30%, dicono gli intervistati, quando in effetti sono 4 volte di meno. Cosa accade poi riguardo ai rom, la più grande minoranza europea? Secondo una ricerca del Pew Research Center (2014), l’Italia è, tra i 7 paesi europei coinvolti, quello in cui l’intolleranza verso di essi è maggiore: qui ben l’85% degli intervistati ha espresso sentimenti negativi verso questa popolazione.

Nel dibattito odierno è centrale il concetto di post-verità e il ruolo che notizie false (fake news) e credenze assumono nella diffusione del populismo. Oggi, più di ieri, esse godono di uno strumento formidabile di diffusione: il web. Bufale, notizie inventate e demagogia viaggiano alla velocità della luce e sfruttano un sentimento antico, capace di convogliare malessere, qualunquismo, insofferenza e volgarità in pochi click: l’odio.

Biografia

Roberto Bortone (Roma 1979) è Dottore di Ricerca in Pedagogia e Servizio Sociale. Assistente sociale, si è occupato per diversi anni di terza età ed isolamento sociale e del contrasto ai fenomeni di abuso di sostanze stupefacenti. Ha lavorato presso il Ministero dell'Interno, dove si occupa di tutela delle minoranze. Studioso dei fenomeni discriminatori e del processo di integrazione delle comunità rom, con specifico riguardo alle dinamiche di scolarizzazione e definizione identitaria. Attualmente lavora presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dove è si occupa della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti e dell’Osservatorio sui fenomeni discriminatori nei media e su internet. Iscritto all'Associazione Italiana di Sociologia, è docente per l'anno 2016/2017 di Sociologia delle Relazioni Etniche presso l'Università di Roma Tre.

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